mercoledì 17 settembre 2014

Come diventare insegnante di Psicologia?

Ultimamente mi sto interessando all'ambito dell'insegnamento e sto cercando di capire qual'è l'iter da seguire per diventare docente di Psicologia, alle scuole superiori di primo e secondo grado, sfruttando la nostra Laurea. Innanzitutto il codice burocratico dell'insegnamento di Psicologia, Filosofia e Sociologia è A036, quindi noi Psicologi possiamo insegnare queste tre materie, ma prima di tutto bisogna integrare i crediti acquisiti con gli esami all'università con altri crediti che abilitano alla professione di insegnante. Per cui il primo passo da fare è recarsi presso la propria ex Università e chiedere un certificato storico con il nostro piano di studi. Successivamente bisogna consegnare tutto alla segreteria dell'Università Suor Orsola Benincasa dove pianificheranno i crediti mancanti e gli esami integrativi da fare. Questi esami si possono fare sia al Suor Orsola che alla Federico II o addirittura presso un Università privata coma la Unipegaso. Integrati questi crediti si è abilitati all'insegnamento. 
Ma non finisce quà...
Bisogna iscriversi al TFA che è un corso dalla durata annuale e che da la possibilità di accedere ai concorsi pubblici per l'insegnamento. Il TFA è un corso a numenro chiuso, perciò si effettua un test a domande multiple, un tema e un colloquio orale. 
Insomma la strada è lunga, costosa e impervia ma non escludo che possa essere utile integrare la propria Laurea in modo da poterla spendere anche in quest'altro amibito. 
Vi terrò aggiornati sulle mie decisioni!

Presentazione libro "Psicologi in Ospedale"

Cari colleghi,
ho il piacere di invitarvi alla presentazione del volume:
"Psicologi in Ospedale", edito da FrancoAngeli, che si terrà a Napoli presso l'Aula Magna dell'Ospedale Monaldi il giorno 9 Ottobre dalle ore 9,30.
Per scaricare la locandina, puoi collegarti al sito:
http://www.psicamp.it/public/opere/2989-presentazione%20monaldi.pdf
L'incontro, a cui partecipano psicologi, medici, psichiatri è un occasione di confronto sulla presa in carico dei bisogni psicologici dei pazienti affetti da patologie organiche.
La partecipazione è gratuita.

Grazie a tutti per l'attenzione.

giovedì 4 settembre 2014

Domanda

Ci sono studenti o neo studenti di psicologia, psicologi o neo psicologi in "ascolto"...???

lunedì 1 settembre 2014

Un pezzetto di me...Il disegno per comunicare sogni e bisogni



Una parte del mio lavoro consiste nel lavorare nelle Scuole. Amo il campo scolastico perchè mi permette di confrontarmi con diverse figure (insegnanti, dirienti, genitori, BAMBINI) e nonostante le difficoltà, adoro lavorare in quest'area. Da qualche anno lavoro per questo progetto, curato e coordinato da me. E' una mia "creatura" e per questo ci tengo molto. Ecco in cosa consiste. Buona lettura! C'è anche il link della rivista in cui è stato pubblicato il mio lavoro: http://dida.orizzontescuola.it/news/il-disegno-comunicare-sogni-e-bisogni-lesperienza-di-una-psicologa-allinterno-di-una-scuola


Il Progetto “Il disegno per comunicare sogni e bisogni” nasce in un pomeriggio di Giugno 2012, quando in un momento di confronto con le insegnanti delle future classi prime del Circolo Didattico di San Sebastiano al Vesuvio, mi sono resa conto che l’ansia, la preoccupazione ed il desiderio di far bene coinvolgono soprattutto quelle docenti che si apprestano ad iniziare un nuovo ciclo scolastico, quando cioè si riparte da zero e si ricomincia con nuovi alunni da conoscere e nuove mamme da sostenere. D’altro canto ho riflettuto anche sull’impatto che l’inizio di un nuovo percorso scolastico può avere su un bambino di 6 anni, sulle ansie e le preoccupazioni rispetto ai nuovi impegni e alle nuove difficoltà che si troverà ad affrontare. Per tale ragione, in collaborazione proprio con tali docenti e con la Dirigente Scolastica del Circolo, ho pensato di sviluppare un Progetto indirizzato alle insegnati e agli alunni di tutte le classi prime del Circolo e che avesse degli obiettivi specifici. L’obiettivo principale è stato quello di creare un percorso in cui proporre il disegno usato con la sua funzione espressiva, per favorire nei bambini un processo di conoscenza di sé, di condivisione con gli altri delle proprie emozioni, di auto-rassicurazione. Tramite il disegno il bambino stimola la sua creatività e attraverso di essa può trovare le sue risorse che gli consentano di trovare soluzioni laddove ci siano un disagio nelle relazioni, un blocco emotivo, soprattutto nella fase di passaggio segnata sia dall’ingresso nella Scuola dell’Infanzia, sia nel passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria, passaggio non sempre facile ed agevole, in cui il tema della separazione è forte e presente in tutta la sua potenza. Il secondo obiettivo è stato la facilitazione della relazione adulto-bambino (insegnante-allievo) che in tutti i casi ha portato al miglioramento degli apprendimenti. Il disegno è stato quindi anche usato come strumento di comunicazione al fine di favorire un processo di evoluzione non solo del singolo bambino, ma dell’intero gruppo classe. Quest’ultimo è diventato un contenitore di emozioni e di storie, in cui ognuno può trovare il suo spazio e il suo ruolo e tutto l’appoggio di cui necessita.  Tale funzione comunicativa del disegno consente quindi anche una rinnovata fiducia sia nei compagni, ma anche nelle insegnanti, dando loro sostegno al ruolo spesso carico di ansie e soggetto a forti stress. L’uso del disegno, pertanto, è divenuto strumento principe per attivare le risorse proprie dei bambini, senza che gli adulti intervenissero con i loro linguaggi e metodi.
A mio avviso il disegno è certamente l’espressione più autentica e originale della personalità infantile, è un mezzo di comunicazione e, come il linguaggio verbale, è capace di esprimere, oltre al livello di maturazione, anche i problemi, i sentimenti, le emozioni ed i conflitti del bambino. Infatti, l'attività grafica, oltre ad essere uno dei mezzi che il bambino possiede per analizzare, descrivere e narrare gli avvenimenti e le cose, è anche uno strumento d'espressione della propria vita emotiva. La via del disegno è la via del “vedere”, del “fare vedere” e del “tirare fuori”.
METODOLOGIA
Il Progetto è iniziato a Settembre 2012, con una prima fase organizzativa, per poi diventare operativo a Dicembre 2012, quando sono iniziati gli incontri, a cadenza mensile, all’interno delle classi prime del Circolo. Ogni incontro ha avuto una durata di circa un’ora, strutturata in due momenti: una prima fase dedicata alla presentazione del tema da disegnare e alla produzione grafica e un secondo momento dedicato al racconto del disegno fatto, da parte di ogni bambino, utilizzando la tecnica del circle time. Nell’ora dell’incontro ogni maestra si è trasformata in un osservatrice delle dinamiche del gruppo classe, osservazioni che sono state riportate in una scheda dedicata proprio a tale fondamentale attività.
In ogni incontro è stato proposto un disegno con temi precisi: il disegno libero, interessante perché, disegnando, il bambino tende ad esplicitare i propri conflitti e le proprie ansie. Nel disegno libero il bambino rappresenta volentieri ciò che ama e ciò che teme, ciò che lo interessa, ciò cui aspira; l'autoritratto nel quale in genere il bambino riproduce con discreta fedeltà la percezione che ha di sé, del suo corpo e dei suoi desideri ed il livello di adattamento all’ambiente circostante; la rappresentazione del gruppo dei coetanei, in cui il bambino proietta la sua posizione reale nel gruppo (leader, gregario, isolato) e i suoi rapporti con gli altri bambini; il disegno della famiglia, attraverso il quale il bambino fornisce elementi interessanti sul rapporto genitori-figli e su come questo si modifica con il progredire dell'età; il disegno della casa che simboleggia il rifugio, il calore familiare. Può essere accogliente, con un viale fiorito, grandi aperture verso l'esterno, tendine colorate alle finestre, un camino che fuma, tutto insomma che indica che la casa è abitata e che la vita all'interno si svolge serenamente. Ma la casa può anche essere respingente, senza colori, con finestre minuscole, senza il comignolo, senza entrata e con un viottolo di accesso chiuso. Possono anche esserci siepi, muri di cinta che la isolano dal resto del mondo. La casa respingente ha significati diversi a seconda dell'età: tra i 5 e gli 8 anni, indica timidezza e attaccamento alla madre. Dopo gli 8 anni sentimento di inferiorità e isolamento. Quando la famiglia è disunita, la casa è divisa in due, spesso ha anche due diverse entrate: una parte della casa simboleggia la vita familiare imposta, l'altra la famiglia vera. Quando invece di avere la solita forma la casa è un castello, può esser o il rifugio ideale se ha forme e colori attraenti, oppure la prigione, oppressiva, quando ha un aspetto cupo e cadente.
Alla fine della produzione grafica, i bambini seduti in cerchio hanno avuto il compito di raccontare il loro disegno. Questa è stata una fase estremamente importante in quanto sono emerse le problematiche caratteristiche di ogni gruppo classe: difficoltà nel rispettare le regole basilari, difficoltà nell’ascoltare l’altro, appiattimento della creatività, omologazione del gruppo classe, problematiche di esclusione di alcuni bambini, difficoltà a mantenere la concentrazione.
In base alle problematiche emerse durante il Progetto con le classi prime, e dopo una serie di riunioni e momenti di riflessione con le docenti coinvolte nel Progetto, alla fine dell’anno scolastico si è deciso di modellare le attività per il successivo anno proprio in base alle difficoltà emerse. Così sono nati i Progetti per il successivo anno scolastico: “Il disegno per comunicare sogni e bisogni...Regoliamoci con le regole” e “Il disegno per comunicare sogni e bisogni… Conoscere sè attraverso la creatività”. In tal modo si è data la possibilità di creare un continuum sia con le insegnanti che con i bambini e quindi di dare un senso più profondo a tutto il lavoro svolto.
Il primo Progetto è stato pensato per tutte le classi in cui ho osservato una difficoltà nel rispetto delle regole, classi in cui le docenti avevano il bisogno di strumenti pratici e attendibili per mantenere un ordine in classe. Attraverso lo sviluppo di una sorta di gioco chiamato appunto “Regoliamoci con le regole”, i bambini hanno dovuto sviluppare e pensare ad una serie di 7 regole sulle quali lavorare lungo tutto il corso dell’anno scolastico, per arrivare a conseguire una serie di obiettivi:
  • sviluppare nel bambino un graduale senso di riconoscimento e di appartenenza al gruppo classe ed alle sue regole, trovando in esso motivazione di affettivo (amicizia, gioco, sicurezze e divertimento) e stimoli culturali (confronto e scambio);
  •  aiutarli a prendere coscienza dell'esistenza di regole;
  • sviluppare l'interdipendenza positiva;
  • condurli, attraverso la riflessione, all'autovalutazione;
  • sviluppare la capacità di ascolto;
  •  insegnare il confronto costruttivo per giungere a scelte condivise.

Il secondo Progetto è stato pensato per le classi nelle quali è emerse una difficoltà ad esprimere la propria creatività, nelle quali era evidente un appiattimento emotivo e una rigidità condivisa. Con queste classi si è proceduto sempre utilizzando il disegno come strumento principe, ma attraverso l’uso di materiali inediti e che muovessero nel bambino l’idea di creatività: cotton fioc, pittura a dita, pasta, coloro speciali ecc... Questo con una serie di obiettivi specifici, quali:
  • sviluppare la fantasia e la creatività attraverso la somministrazione di una serie di stimoli (disegni, storie, giochi ecc…);
  •  favorire la conoscenza delle proprie e altrui potenzialità;
  • estendere agli alunni l’adozione di metodologie, tecniche e strategie innovative e “fuori dal comune”, che siano perciò non convenzionali;
  • migliorare le capacità relazionali;                   
  • essere disponibili al rapporto di collaborazione con gli altri.

CONDIVISIONE CON I GENITORI
Una delle prime domande che io, le insegnanti e la stessa Dirigente ci siamo poste è quella riguardante il rapporto con i genitori degli alunni coinvolti nel Progetto: vanno aggiornati degli sviluppi delle attività? La presenza di una Psicologa all’interno delle classi sarà fonte di ansie per i genitori? Verrà accettato di buon grado il Progetto? A queste domande, anche per noi fonte di dubbi non abbiamo potuto dare risposta fino a quando non abbiamo testato sul campo le reazioni dei genitori che sono stati coinvolti in tre occasioni: una riunione iniziale e collettiva in cui vi è stata la presentazione generale del Progetto, uno spazio di ascolto individuale proposto tramite un invito a tutti quei genitori interessati a conoscere lo svolgimento delle attività e un incontro collettivo di fine anno in cui sono stati consegnati ad ogni genitore i lavori prodotti dal proprio bambino, con una breve spiegazione del disegno svolto. Con grande piacere e soddisfazione abbiamo potuto constatare l’emozione, l’adesione e la positività della risposta della maggior parte dei genitori, i quali hanno partecipato in grande numero ai momenti proposti come spazio di condivisione. Soprattutto i due incontri proposti a metà anno sono stati quelli con il maggior numero di presenze, a conferma dell’idea che la presenza di uno Psicologo come punto di riferimento a scuola sia fondamentale per tutti: insegnanti, bambini e genitori.

Date test d'ingresso per le facoltà di Psicologia in Campania

Carissimi studenti,
sono finalmente uscite le date dei test d'ammissione. Immagino l'ansia che proverete in questo momento, le domande che vi frullano per la testa, i dubbi e le paure. Vi invito però a godervi questo momento e ad essere fiduciosi! Ecco le date:
  • La prova di ammissione per l'immatricolazione al 1° anno del Corso di Laurea in Scienze e tecniche psicologiche dell'Università Federico II avrà luogo il giorno 11 settembre 2014, non è specificato il luogo e l'ora, forse lo faranno sapere più in là.
  • Mentre la prova di ammissione per l'immatricolazione al 1° anno del Corso di Laurea in Scienze e tecniche di psicologia cognitiva dell'Università Suor Orsola Benincasa avrà luogo il giorno 16 settembre 2014 alle ore 9.00 presso la sede dell' Università. 
Sarei molto grata di sapere come voi studenti vi state preparando a questi test, cosa state studiando e quali sono i vostri pensieri in questo momento. Aspetto vostre e in bocca al lupo a tutti!

martedì 19 agosto 2014

Le facoltà di Psicologia in Campania

In Campania non c'ė purtroppo una grande scelta per quanto riguarda le facoltà di Psicologia, infatti ce ne sono solo tre. Tutte prevedono un test d'ingresso perchè a numero chiuso. Questo ė l'elenco con i relativi bandi di ammissione:
Consiglio a tutti gli interessati di fare presto perchè le domande per l'ammissione scadono a breve:
  1. SUN: 25 agosto
  2. Federico II: 29 agosto
  3. UNISOB: 12 settembre

domenica 10 agosto 2014

SRPF: Scuola Romana di Psicoterapia Familiare

Mentre il 90% delle persone in questo momento sarà al mare, io vi scrivo informazioni sulla mia Scuola di Specializzazione. Sono iscritta al terzo anno, a gennaio inizierò il quarto e ultimo anno. Questo percorso mi sta cambiando tanto e auguro a tutti i miei colleghi di provare e sperimentare un'esperienza del genere! La mia Scuola, il cui Direttore è il Prof. Carmine Saccu, è strutturata così:

  1. due week end circa al mese (venerdì-sabato-domenica) di lezioni di training con 3 diversi docenti sistemici con esperienze diverse, questo garantisce la possibilità di poter apprendere da tre terapeuti con conoscenze e modi di lavorare diversi;
  2. circa quattro week end all'anno di lezioni teoriche in cui si toccano diverse tematiche (psicologia generale, giuridica, psicodiagnostica, psicopatologie ecc....);
  3. il costo mensile è di 275 € (per 11 mesi), più 120 € annui di iscrizione che comprende anche l'assicurazione x il tirocinio;
  4. c'è un tirocinio annuo obbligatorio di 100 ore in strutture convenzionate con la Scuola (io lo svolgo presso UOSD di Psicologia Clinica degli Ospedali dei Colli);
  5. alla fine di ogni anno bisogna presentare un lavoro di tesi che viene stabilito di volta in volta da uno dei docenti;
  6. in Italia ci sono diverse sedi: Roma, Napoli, Crotone, Cagliari.
Per avere maggiori informazioni ecco il link della Scuola www.srpf.it.
Per quanto riguarda le mie impressioni vi posso garantire che non avrei potuto fare scelta migliore. Non c'è stato un momento fino ad oggi in cui mi sono pentita della Mia scelta e ogni volta che sono al training sento di essere nel posto giusto e soprattuto nel momento migliore x me! Sicuramente ci sono degli aspetti che andrebbero migliorati come l'organizzazione generale, ma nessuno e niente è perfetto e forse è proprio questo il pregio della mia Scuola. La "mia" scuola...che bello scriverlo, ma soprattutto sentire questo senso di appartenenza!
Nei prossimi post (dopo ferragosto, altrimenti mi ammazzano!) alcuni miei colleghi vi parleranno delle loro Scuole. 
Buona settimana di ferragosto a tutti!

venerdì 8 agosto 2014

Bandi

Avviso pubblico per la formazione e l'addestramento di n. 30 donne da inserire nell'elenco della Provincia delle Baby Sitter Domiciliari
 
 
Avviso pubblico per la formazione e l'addestramento di n. 18 donne da inserire nell'elenco della Provincia delle Tagesmutter (Mamme Accoglienti)

Scuola di Specializzazione si...Scuola di Specializzazione no...?

 


Fino a qualche anno fa la mia risposta a questa domanda sarebbe stata: "Scuola di Specializzazione no". Ero infatti convinta che non fosse necessario intraprendere altri 4 anni di studio, tra l'altro a pagamento, per incrementare le mie conoscenze. Ero erroneamente convinta che per fare lo Psicologo bastasse un laurea e dell'esperienza. Ma più facevo esperienza in ambito clinico e più mi rendevo conto, pian piano, quanto fosse necessario approfondire certi temi. I miei pazienti mi mettevano di fronte alle mie emozioni che spesso non riuscivo a gestire e facevo confusione tra ciò che era mio e ciò che era loro. Transfert, controtransfert, invischiamento...che confusione! Alla luce di tutte queste riflessioni, inizia a rimbalzarmi nella testa l'idea di iscrivermi ad una Scuola di Specializzazione, idea che pian piano si è trasformata in una necessità e poi in un desiderio. Inizio così un pò ad orientarmi tra le varie proposte in Campania e comincio a rendermi conto che ci sono un infinità di Scuole, con diversi approcci. Quindi, credo, il primo passo da fare per chi è alla ricerca di una Scuola, è quello di capire verso quale approccio si è più orientati. Una mia docente diceva sempre che la scelta della Scuola è un pò come quando si indossa un vestito, "ci si deve sentire comodi dentro". 
I principali orientamenti sono tre:
  • Sistemico-relazionale: l'individuo viene osservato all'interno del suo sistema famiglia, dentro il quale ogni membro assume un ruolo e una funzione. Secondo il modello sistemico il sintomo è l’espressione di un disagio che investe nella sua totalità il sistema di cui l’individuo fa parte. Il paziente diviene "paziente designato" di una disfunzione del sistema causata spesso dalla rigidità dei modelli relazionali abituali. Il sintomo non è più una "caratteristica dell’individuo", ma "qualità del sistema".
  • Psicoanalitico: il paziente viene analizzato attraverso le espressioni che il suo inconscio mette in atto e che condizionano la sua esistenza.
  • Cognitivo-comportamentale: il sintomo viene risolto attraverso una serie di strategie che mirano non tanto a comprendere la radice del disagio, ma alla sua risoluzione.
Ovviamente questi tre approcci hanno caratteristiche molto più complesse e profonde di quelle che ho accennato, ma posso fornire maggiori informazioni solo su quello sistemico-relazionale essendo il mio approccio. Posso consigliare una bibliografia che può servire ad approndire certi temi, o quanto meno a farsi un'idea generale sugli autori sistemici, che io stessa non conoscevo prima di iscrivermi a Scuola, ma che ho adorato da subito. Questi sono alcuni testi che consiglio:
  1. Boszormeyi I., Spark G. (1989) Lealtà invisibili, Astrolabio, Roma
  2. Whitaker C, Napier A.Y., (1978) Il crogiolo della famiglia, Astrolabio, Roma
  3. Bowen M. (1979) Dalla famiglia all'individuo, Astrolabio, Roma
  4. Minuchin S (1981), Famiglia e terapia della famiglia, Astrolabio, Roma
  5. Walsh F. (20 ) La resilienza familiare, Ed. Raffaello Cortina, Milano
Dopo aver capito quale approccio più si avvicina al vostro modo di vedere e vivere la Psicoterapia, arriva il momento dei colloqui da fare nella varie Scuole di Specializzazione. Anche in questa scelta ho avuto molti dubbi e perplessità. Inizialmente ero orientata verso una Scuola psicoanlitica/psicodinamica e infatti il mio primissimo colloquio è stato alla AIPPI di Napoli (www.aippinapoli.it). Ero e sono tutt'ora affascinata da questo tipo di percorso, ma ben presto mi sono resa conto che le mie finanze erano troppo scarse per poter scegliere questa Scuola, non tanto per il costo della Scuola in se per se, ma per il fatto che è richiesta una Psicoanalisi personale bisettimanale a partire dal primo anno di scuola e facendo due conti, il mio budget era troppo, troppo basso. Per questo ho cercato di entrare alla Scuola del Prof. Paolo Valerio, quella universitaria, che ad un costo accessibile mi avrebbe permesso di approndire le tematiche che mi interessavano. La Scuola, che oggi credo non esista più, era a numero chiuso e prevedeva un test di ammissine. Ovviamente non sono riuscita ad entrare, pur ottenendo al test un punteggio di 100 su 100 (piccole soddisfazioni!), a causa dei pochi punti datimi per le pubblicazioni. Delusa da questa ennessima "sconfitta", ho deciso di guardarmi un pò intorno. Finalmente, dopo 4 anni di riflessioni, pause, ripensamenti e dubbi, sono stata illuminata dall'approccio sistemico! Ma quante Scuole sistemiche esitono a Napoli e in Campania? Credo più di 20! E come fare a scegliere tra 20 Scuole che all'apparenza sembrano tutte uguali ma che in realtà non lo solo, pur condividendo l'approccio di base? Semplice: fare i colloqui e iniziare a sentire cosa succede dentro di se quando si esce dalla stanza! Almeno è questo quello che io ho fatto prima di scegliere. La mia Scuola è la Scuola Romana di Psicoterapia Familiare www.srpf.it, il Direttore è il Prof. Carmine Saccu, un medico, Neuropsichiatra Infantile, un uomo speciale e originale, che mi ha colpito dal primissimo momento in cui l'ho visto, quando mi sono detta tra me e me: "Ma chi è questo?". Nei prossimi post vi parlerò dettagliatamente della mia Scuola e chiederò ad alcune mie colleghe di parlarvi delle loro, in modo da essere imparziale e fornire quante più notizie possibili!
Buona scelta a tutti...

mercoledì 6 agosto 2014

Crisi

 
La parola "crisi" spaventa un pò tutti! Anche io per un periodo ho temuto questa parola, un pò soggiogata dai telegiornali che ne parlavano tanto e del trovarmi in un mondo, soprattutto lavorativo, in cui la "crisi" è all'ordine del giorno. Poi mi sono fermata un istante a riflettere, anche grazie alle mie lezioni di training alla Scuola di Specializzazione e mi sono accorta che una crisi non deve per forza spaventare, anzi...
La parola deriva dal greco e vuola dire separazione, scelta, trasformazione, cambiamento.
In un’ottica evolutiva, una “crisi” si inserisce naturalmente nel processo di crescita e di cambiamento costante dell'individuo e non solo viene riconosciuta e letta nel suo senso più circolare, ma addirittura viene consapevolmente ricercata ed agevolata. Le crisi sono occasioni rilevanti per scoprire l’entità della nostra forza, sviluppando la consapevolezza di ciò che possiamo finalmente lasciar andare, perché, nell’universo più ampio che riusciamo ad intravedere dopo una crisi, ciò che ci appariva piccolo magari ora è diventato importante, e, viceversa, ciò che ci appariva fondamentale ora è diventato insignificante.
Insomma una crisi deve essere vissuta in modo positivo e costruttivo e da essa va ricavato quanto di meglio possiamo ottenere. Spesso nelle sedute con i miei pazienti mi sento ripetere: "Dott.ssa sono in crisi!", con annesse espressioni tristi e sconsolate. Nella maggior parte dei casi auguro ai miei pazienti una "Buona crisi", in senso evolutivo e costruttivo! Tutti ricambiano il mio augurio con grandi sorrisi...

martedì 5 agosto 2014

Esperienze di Psicologi in ospedale

Credo che un volontariato all'interno di un ospedale sia un esperienza fondamentale per uno Psicologo che intende arricchire il suo Curriculum. Tra tirocini pre/post laurea, volontariato e tirocinio di Specializzazione, ho trascorso molto tempo in vari ospedali, ma l'esperienza che più mi ha formata è quella fatta presso l' U.O.S.D. di Psicologia Clinica dell'A.O.R.N. Ospedali dei Colli. 
In questo testo, "Psicologi in ospedale: percorsi operativi per la cura globale di persona", sono raccolte le varie attività che io e i miei colleghi svolgiamo in ospedale. Sono molto orgogliosa di aver partecipato alla stesura di questo libro perchè per la prima volta è riconosciuta e resa visibile la passione che io e tutti gli altri ci mettiamo nel nostro lavoro, pur svolgendolo gratuitamente! 
Consiglio a tutti voi di svolgere almeno un tirocinio all'interno di una struttura ospedaliera.

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Fino a qualche tempo fa la mia mente era subissata da tanti punti interrogativi e da molti dubbi rispetto alla strada da scegliere dopo la Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Per circa 2 anni sono rimasta "immobile" ad osservare le scelte delle mie colleghe, i loro movimenti, i loro passi in avanti e questo mi ha fatto spesso sentire ferma, "come se stessi sprecando il tempo". A distanza di molto tempo ho capito che in quel periodo il mio era solo un apparente stop, in realtà le cose dentro me si muovevano per portarmi pian piano dove sono oggi. Mi chiamo Teresa, ho 32 anni, sono una Psicologa e una Psicoterapeuta sistemica in formazione, lavoro nelle scuole con i bambini, le insegnanti e i genitori, amo scrivere, scrivere, scrivere e faccio tanto, tanto volontariato. Sulla mia strada ho incontrato persone speciali, professionisti che mi hanno regalato un pezzetto della loro esperienza, gratuitamente, che hanno creduto in me, è grazie a loro che sono ciò che sono oggi. Il mio GRAZIE va alla Dott.ssa Antonella Bonaccorso, donna speciale e Psicanalista appassionata, alla Dott.ssa Livia Ascione che mi accompagna da quando ero una piccola e indifesa studentessa di Psicologia alle prime armi e al Dott. Alberto Vito, il mio faro nel buio. Infine, un grazie speciale va alla Dott.ssa Cristina Vito, un giovane Medico, una ragazza determinata e originale. E' grazie al suo blog dottoressacristinavito.blogspot.com che nasce il mio! Il mio obiettivo non è quello di riempirvi di chiacchiere sulla mia vita e bla bla bla, ma è quello di aiutare i giovani e futuri Psicologi ad orientarsi in questa giungla, attraverso la mia personale esperienza. Quì troverete consigli su Scuole di Specializzazione, Concorsi e Bandi vari, informazioni generali sugli esami della Facoltà di Psicologia.
Buona lettura e che inizi questa nuova avventura!